teatro comunale san teodoro

VANIA

premio Hystrio Iceberg 2018 come migliore compagnia emergente italiana
Premio “Giovani Realtà del Teatro” 2015

Stagione 2018-19

venerdì 23 Novembre

ore 21.00

dall’omonimo testo di A. Cechov
uno spettacolo di Compagnia Oyes
ideazione e regia Stefano Cordella
con Francesca Gemma, Vanessa Korn, Dario Merlini, Fabio Zulli
disegno luci Marcello Falco
costumi e realizzazione scene Stefania Corretti e Maria Barbara De Marco
organizzazione Valeria Brizzi
con il sostegno di fUnder 35 e MiBACT /Regione Umbria /Comune di Gubbio /URA
NEXT – Laboratorio delle idee per la promozione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo

vania cechov

Compagnia Òyes, una delle più interessanti giovani realtà teatrali del panorama nazionale, sceglie di raccontare le paure, il senso di vuoto, la difficoltà di sognare dei nostri tempi, attraverso una drammaturgia originale costruita a partire dai temi e dai personaggi principali di “Zio Vanja”, uno dei capolavori dell’autore russo Anton Cechov, di cui riportiamo una delle frasi più celebri:

Tutti, finché siamo giovani, cinguettiamo come passeri sopra un mucchio di letame. A vent’anni possiamo tutto, ci buttiamo in qualsiasi impresa. E verso i trenta siamo già stanchi, è come dopo una sbornia. A quarant’anni poi siamo già vecchi e pensiamo alla morte. Ma che razza di eroi siamo? Io vorrei solo dire alla gente, in tutta onestà, guardate come vivete male, in che maniera noiosa. E se lo comprenderanno inventeranno sicuramente una vita diversa, una vita migliore, una vita che io non so immaginare

Ed è proprio dalla stessa pervasiva sensazione di stagnamento ed immobilismo che è nata la necessità di questo lavoro. Come la maggior parte dei trentenni anche noi ci ritroviamo in un limbo poco rassicurante e per non sentire il vuoto ci aggrappiamo al passato e guardiamo al futuro con poche speranze. Il rischio è quello di sopravvivere galleggiando nel “letame” di cui scrive Cechov.

La vicenda si svolge in un paesino di provincia e ruota attorno alla figura del Professore, tenuto in vita da un respiratore artificiale. Non vedremo mai il Professore ma le conseguenze che la sua condizione produce sul resto della “famiglia”: la giovane moglie Elena, il fratello Ivan, la figlia Sonia, il Dottore. Come in “Zio Vanja” anche i nostri personaggi sentono di non vivere la vita che vorrebbero. Ma la spinta al cambiamento deve fare i conti con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa, il timore di non essere all’altezza.

 
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