teatro comunale san teodoro

UN GIORNO TRE AUTUNNI

Stagione 2022-23

sabato 06 Maggio

ore 21.00

con Cosetta Adduci, Virginia Adduci, Olga Bini
testo e regia Giuseppe Adduci
con il patrocinio di Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, Associazione Noi Antimafia Odv

La mafia uccide, uomini e donne indistintamente. Per le donne, troppo spesso, si assomma un’altra ingiustizia: essere dimenticate. O peggio: vedere l’immagine dell’uomo che hanno amato sovrapposta alla propria. Non sono ricordate per ciò che sono state, per ciò che hanno fatto, ma in virtù dell’uomo che è stato loro accanto, a cui è dedita ogni celebrazione – quando c’è! -, ogni riconoscimento. Loro sono state la moglie di, la madre di, la figlia di. A stento se ne ricorda il nome.

Eppure Felicia Bartolotta la sua battaglia alla mafia, a modo suo, l’ha combattuta prima ancora del figlio, Peppino Impastato, per esempio non accettando in casa i delinquenti di bassa lega che il marito avrebbe voluto alla tavola.

Eppure Francesca Morvillo, prima di saltare in aria a Capaci, con tre uomini della scorta e suo marito, è stata valente magistrato e accademica, giudice del tribunale di Agrigento, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura.

Eppure Rita Atria con le sue deposizioni ha reso possibile l’arresto di numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala, ribellandosi alla mafia dall’interno: “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”.

Un giorno tre autunni vuole onorare il loro impegno e il loro sacrificio, in quanto persone coraggiose, in quanto ribelli di fronte alla soperchieria della mafia, oltre che la sanguigna vicinanza a uomini come Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino.

Tre donne, nello spettacolo, si domandano quanto sia stato utile il loro sacrificio e quello degli uomini che hanno accompagnato, e arrivano alla preziosa seppure dolorosissima conclusione che grazie a loro il mondo ha potuto considerarsi migliore, che quel giorno – immane come tre autunni – non è stato inutile.

 
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