teatro comunale san teodoro

STABAT MATER

TRILOGIA SULL’IDENTITÀ – CAPITOLO II

spettacolo selezionato alla Biennale Teatro 2017 di Venezia

Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017

Stagione 2018-19

giovedì 08 Novembre

ore 21.00

scritto e diretto da Liv Ferracchiati
aiuto regia e costumi Laura Dondi
drammaturgo di scena Greta Cappelletti
scene e foto di scena Lucia Menegazzo
con Chiara Leoncini, Linda Caridi, Alice Raffaelli
e la partecipazione video di Laura Marinoni
luci Giacomo Marettelli Priorelli
suono Giacomo Agnifili
uno spettacolo The baby walk
produzione Centro Teatrale MaMiMò e Teatro Stabile dell’Umbria – Ternifestival

stabat-mater

Selezionato alla Biennale di Venezia 2017, lo spettacolo del giovanissimo registra transgender, Liv Ferracchiati, approda sul palcoscenico del teatro Comunale di Cantù, nel corso di una lunga tournée nazionale ed internazionale.

In Stabat Mater, secondo capitolo della Trilogia sull’Identità, viene raccontata la vicenda di Andrea un trentenne, scrittore, uomo di cui si possono notare gli aspetti più ordinari nonostante egli stia vivendo una situazione straordinaria. Tale straordinarietà consiste nel vivere al maschile quando tutti, almeno inizialmente, osservino come il suo corpo abbia sembianze femminili.

Il tema centrale è l’emancipazione dalla madre, la difficoltà di diventare adulti.
Anche in questo spettacolo vengono messe in discussione le certezze a cui ci appigliamo per non cadere in un territorio che potrebbe sfuggire al nostro controllo.

La direzione dell’attore si fonda sullo sforzo costante di una ricerca dell’autenticità, è una sorta di seconda partitura testuale fatta di pause, relazioni, ritmi martellanti o blandi, dinamiche emotive ogni volta rinnovate dall’ascolto dell’unicità del momento, una parola recitata come smozzicata che alterna, esattamente come la drammaturgia del testo, momenti di quotidianità esasperata ad invenzioni che la vanno ad alterare.
 La Trilogia sull’Identità è il racconto di storie ordinarie in cui il transgenderismo non è l’unico centro. Trattare il tema dell’identità di genere significa interrogare la nostra natura di esseri umani, sollevando interrogativi universali e culturali. La ricerca dei materiali per questo progetto inizia nel 2013 e siamo arrivati alla conclusione che la transizione è, prima di tutto, un percorso mentale verso la costruzione dell’identità di un individuo. I cambiamenti fisici, seppure fondamentali per alcune persone transgender, non sono il fulcro della questione e, a poco a poco, non sono più state nemmeno il fulcro della nostra indagine.

L’identità di genere si lega al concetto di “varianza di genere”, ossia al fatto che ognuno è uomo o donna per un insieme di fattori culturali e biologici. Il materiale raccolto è stato ripartito in tre spettacoli: Peter Pan guarda sotto le gonne, Stabat Mater e Un eschimese in Amazzonia.

 

Al termine dello spettacolo è previsto un momento di confronto con il regista e autore Liv Ferracchiati.

 

LA MOTIVAZIONE

Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017 a Stabat Mater di Livia Ferracchiati

La giuria del Premio Hystrio-Scritture di Scena – formata da Serena Sinigaglia (presidente), Laura Bevione, Fabrizio Caleffi, Claudia Cannella, Roberto Canziani, Sara Chiappori, Renato Gabrielli, Roberto Rizzente, Massimiliano Speziani e Diego Vincenti – dopo lunga e meditata analisi degli 112 copioni in concorso, ha deciso, all’interno di una rosa di undici testi finalisti di assegnare il Premio Hystrio-Scritture di Scena 2017 a:

Stabat Mater di Livia Ferracchiati, che colpisce per personalità e originalità. Un raro esempio di riuscita commedia italiana dal sapore anglosassone. Allinterno di una struttura drammaturgica complessa e gestita con mano ferma, spiccano dialoghi credibili e incalzanti, ricchi di una destrezza ironica che ricorda il primo Woody Allen. Ne è protagonista Andrea, «un uomo in corpo di femmina, e anche uno scrittore, del quale il testo esplora un immaturo attaccamento alla madre e una propensione nevrotica a sedurre. Con uno sguardo lucido e spietato sulla solitudine e, forse, sullegoismo indispensabili a conquistarsi una piena autonomia.

 

 

 
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